martedì 30 agosto 2011

Rice Bread - Pane inglese al riso


E' da quando ero ragazzina che subisco il fascino della cultura tradizionale inglese!
Forse perchè ho trascorso molta della mia adolescenza (e non solo!) a sognare sui romanzi di autrici come la Austen o le sorelle Bronte (ebbene si, sono una romantica!) o anche Virginia Wolf e Archibald J. Cronin.
Mi hanno sempre incuriosita le pagine che raccontano l'intimità di scene domestiche e familiari, che spesso si traducono in tavole imbandite e affreschi di vivande d'altre luoghi.....
...so cosa state pensando:...che la cucina inglese non si è mai distinta per ricercatezza e varietà.
E sarà pure così, ma io ho avuto occasione di conoscerla direttamente in tempi abbastanza recenti e devo dire che non sono rimasta delusa. E pur vero infatti che anche in Inghilterra c'è stata negli ultimi anni una nuova tendenza ad approcciare il cibo in maniera più attenta e raffinata: essendo una civiltà realmente cosmopolita, riesce a percepire le suggestioni delle molteplici etnie che ospita, rielaborate in proposte di avanguardia. Londra in particolare si distingue per dinamismo e varietà culturale!
E il divario che, fino a qualche anno fa, c'era tra la nostra gastronomia e la loro, se non si è colmato, probabilmente si è attenuato!
Questa ricetta, in realtà, ha ben poco a che vedere con le nuove tendenze: è un pane inglese tradizionale, che più tradizionale non si può!

La prima volta che l'ho preparato ero seriamente intenzionata ad attenermi con scrupolo alla ricetta inglese "madrelingua"...con vocabolario alla mano e convertitore umano (leggi:"marito"!) di cups in grammi!
Ma nonostante il numero esiguo di ingredienti e la semplicità di esecuzione qualche incongruenza c'era. 
Ad esempio non veniva indicata la quantità di riso da crudo, ma solo da cotto: cosa che mi convinceva poco, perchè in questo caso il peso  dipende molto dalla quantità di acqua assorbita dal riso.
Il lievito? E chi lo sa quale!...la ricetta prevedeva il lievito istantaneo e poi metteva l'impasto a lievitare per ore.
Farina? La ricetta ne prevedeva 700 g: secondo me troppi in rapporto a tutti gli altri ingredienti.
Insomma, nonostante la volontà di attenermi alla tradizione qualche modifica è stata necessaria.

A me questo pane piace molto: non ha una mollica alveolata, ma sofficissima e leggera, con una crosticina croccante, anche nei giorni successivi alla preparazione.
Adattissimo ad essere tostato, nasce come pane in cassetta: ma io volevo un pane più croccante e l'ho tras....formato!

E per quanto riguarda l'uso...vi potete sbizzarrire: con il dolce o con il salato la resa è ottima!


........appena sfornato....anche se poco prima di cena....io non ho resistito...e un po' di burro...un cucchiaino di confettura "fragole-vaniglia-home-made"...antipasto insolito, ma tanto buono!

Ecco quindi la mia versione del tradizionale.....

Rice bread - Pane inglese al riso

Ingrediennti
80 g di riso + 330 g di acqua
300 g di acqua
500 g di farina Manitoba o semplicemente "0"
4 cucchiai di olio di noci (sostituibile con dell'olio di semi di mais)
1 cubetto di lievito di birra fresco 
2 cucchiaini di malto d'orzo (o miele)
2 cucchiaini di sale


Procedimento
Mettiamo il riso in un tegamino con 330 g d'acqua e 2 cucchiai di olio. Lasciamo sul fuoco a fiamma moderata fino a quando l'acqua sarà completamente assorbita: il riso deve risultare ben cotto, quasi disfatto!
Lasciamo intiepidire. Intanto prepariamo su un piano da lavoro la farina a fontana; sciogliamo al centro il lievito con un po' di acqua tiepida e il malto. Poi continuiamo a versare l'acqua, gradualmente, quella che la farina assorbe: circa 300 g in tutto.
Aggiungiamo l'olio rimasto e il riso tiepido. Impastiamo brevemente, uniamo il sale e continuiamo a lavorare l'impasto che deve risultare umido, come quello della foto.
Poniamo l'impasto a lievitare per un paio d'ore in un contenitore a bordi alti, in ambiente riparato (io nel forno a microonde!).
Trascorso il tempo, prendiamo l'impasto, lo lavoriamo, lo mettiamo nella teglia da forno e lo lasciamo lievitare di nuovo per un'altra ora circa.
Dopo la seconda lievitazione inforniamo a 220° per i primi 10 minuti, poi portiamo la temperatura a 180° e proseguiamo la cottura per circa 30 minuti.
E' pronto quando sarà dorato in superficie e  avrà la crosticina croccante sia sopra che sotto.

Note
- La quantità di acqua è sempre indicativa: dipende da quanta ne assorbe la farina.
- Il quantitativo di lievito può variare: se abbiamo più tempo a disposizione mettiamone anche meno. Ma vi assicuro che in questo pane l'odore caratteristico del lievito non si avverte come invece avviene per altre tipologie. Non so se può dipendere dalla presenza del riso. Non l'ho provato con il lievito madre...non credo ci siano problemi ad utilizzarlo.
- Si si, so di essere un po' vintage: ancora con la tavola di legno per impastare! Voi avrete tutte la macchina per il pane! Io invece ho una incurabile allergia agli elettrodomestci, quindi, se posso, li evito!

domenica 28 agosto 2011

Sotto il segno della formica



 Tempo di conserve........

In inverno, essendosi bagnati i chicchi di grano, le formiche li esposero all'aria; una cicala invece che aveva fame chiedeva loro del cibo.
E le formiche le dissero:
"Perché durante l'estate non hai raccolto del cibo?".
E quella disse:
"Non sono stata in ozio, ma ho cantato armoniosamente".
E quelle mettendosi a ridere dissero: "Ebbene, se nelle giornate d'estate hai cantato, d'inverno balla".
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Ho omesso volutamente la morale!
....quello che volevo rappresentare attraverso questa famosa ed emblematica favoletta di Esopo è semplicemente un lato che mi appartiene e che credo sia comune a molte di voi...non esiste estate senza conserve!
Ed è tutt'un crescendo : la "voglia di conservare" aumenta progressivamente allo scemare dell'estate!
Che siano conserve di frutta o di verdure, che siano marmellate o amari, sott'olio o sott'aceto.....qualche pezzetto d'estate mi piace imbarattolarlo, magari con pizzi e fiocchetti, e portarmelo dietro fino all'inverno.
A distanza...aprire il barattolo e sentire la dolcezza dell'estate mentre, al mattino,  tosto il pane per la colazione... io non riesco a farne a meno!


Confettura di prugne "Florentia" aromatizzata allo zenzero

Ingredienti
1,5 kg di prugne al netto degli ossi
700 g di zucchero
1/2 limone
40 g di zenzero

Procedimento
Mettere la frutta ben lavata in una casseruola d'acciaio dal fondo spesso e portare a ebollizione a fiamma moderata. Mescolare e schiumare di tanto in tanto. Quando la frutta apparirà disfatta, circa una mezz'ora dopo, la pesiamo e in base al peso decidiamo il quantitativo di zucchero. La riportiamo ad ebollizione e versiamo zucchero, limone spremuto e zenzero grattugiato. Io l'ho tenuta sul fuoco da quel momento circa 1 ora: dipenderà molto dalla consistenza della frutta, dal grado di maturazione.
Quando, versandone un po' su un piattino, la confettura (da fredda) non scivolerà via, potremo considerarla pronta. La verseremo quindi bollente nei vasi sterilizzati in forno a 100° per una ventina di minuti (per ulteriore sicurezza si può passare nei barattoli, prima della marmellata, l'alcool puro a 90°). Chiuderemo i barattoli una volta freddi, ponendo tra il coperchio e la confettura un foglietto di carta oleata sterilizzata con l'alcool puro.


Note
- La ricetta base che seguo  prevede 800 g di zucchero per ogni chilo di frutta, pesata dopo la prima mezz'ora di cottura: io ho ridotto notevolmente il quantitativo, considerando che da cotta la frutta pesava circa 1 chilo e 200 grammi. Quindi secondo la ricetta avrei dovuto mettere 1 kg di zucchero.
Se gradite le  confetture asprigne potete attenervi alla mia dose, altrimenti considerate la ricetta base.
- Molte persone chiudono i vasi della confettura ancora bollenti e li capovolgono per creare il sottovuoto: io ho sempre seguito il metodo che vi ho illustrato nella ricetta e non ho mai avuto problemi di conservazione. 
Certo, nel caso specifico il quantitativo di zucchero è notevolmente ridotto, quindi se avete intenzione di conservare a lungo la confettura, fate bollire i barattoli in un tegame, avvolti in un panno e completamente coperti dall'acqua (mezz'ora dall'ebollizione), lasciandoli poi raffreddare nel tegame con l'acqua. O comunque conservateli in frigo, una volta aperti.
- Anche lo zenzero conferisce una nota di asprezza alla confettura, che secondo me si abbina molto bene alle prugne.

venerdì 26 agosto 2011

Bavarese di caprino all'erba cipollina con speck e fichi caramellati al balsamico


Che io sia una gran pigra ormai lo avete capito, visto che non perdo occasione per ribadirlo!
Che io non sia una grande sportiva si può facilmente dedurre!
Che però mi piaccia  passeggiare tra boschi e campagne è altrettanto acclarato!

Non così mio marito!
Lui è una persona che ha bisogno di interi pomeriggi domenicali trascorsi sul divano per ricaricare le energie che spende ampiamente nel corso della settimana!
Si è sempre dedicato a molte attività, in particolare sportive. Penso che abbia provato a praticare quasi tutti gli sport possibili...sci, bicicletta, corsa...calcio, calcetto e calciotto...addirittura kendo giapponese! Ma per una serie di motivi, soprattutto di ordine lavorativo, di recente è stato costretto a disertare campi e piste, con disagio psico-fisico che potete capire, se conoscete persone sportive costrette all'inattività.

A questo aggiungete che si è ritrovato, poveretto!, anche con un blog di cucina in casa... così,  all'improvviso, da un momento all'altro!....va da sè che è stato necessario correre ai ripari!
E' della scorsa settimana la decisione di riprendere una delle vecchie attività sportive: e quale se non l'unica che prevede un terzo tempo mangereccio?!? Il rugby appunto!
Vi terrò informate su eventuali "mangiate" prossime venture!

Gli allenamenti si svolgono  in serata un paio di volte a settimana; per evitare di ritardare troppo la cena spizzichiamo qualcosa di fresco prima che esca...e magari un gelatone quando torna!
L'altra sera ho risolto la nostra cena-fredda con delle saporite e facilissime bavaresi di caprino: a volte mettere nel piatto del semplice formaggio, in purezza, è un po' triste. Soprattutto se, insieme ad un' insalata, deve rappresentare l'unica portata della cena!
Se si tratta di un formaggio morbido è sufficiente arricchirlo con degli aromi freschi a piacere, per garantire al piatto una maggiore ricercatezza. Disponendo inoltre di un paio di foglietti di gelatina (o altro legante!) diventa una bavarese di sicuro effetto!



E' notorio che il formaggio con la frutta, pere o altro che sia, rappresenti un connubio gustosissimo; lo avevo già proposto in uno degli ultimi post.
Ma questi fichi caramellati al balsamico...! Che cosa sono....!!!
Buoni freddi, tiepidi, caldi...col formaggio più o meno fresco, con salumi e affettati vari, con la pizza/focaccia...o con un gelato: perchè no?
Insomma, vedete un po' voi, cosa volete farne, ma, per cortesia, fateli!


Bavarese di caprino all'erba cipollina con speck e fichi caramellati al balsamico
Ingredienti per 2 persone 

per le bavaresi
300 g di formaggio caprino fresco
20g di grana padano
6 cucchiai di latte
5g di gelatina in fogli (colla di pesce!)
1 mazzetto di erba cipollina
sale affumicato
pepe

per i fichi caramellati
8 fichi
40 g di zucchero
2 cucchiai di aceto balsamico
4 cucchiai d'acqua

inoltre
speck



Procedimento
Mettiamo ad ammollare la colla di pesce in acqua fredda. Nel frattempo lavoriamo il caprino con 2 cucchiai di latte, saliamo, pepiamo, uniamo il grana e l'erba cipollina tagliuzzata con le forbici, lo riduciamo in crema. Scaldiamo in un pentolino il latte restante, quel tanto che basta per sciogliervi la gelatina. La uniamo al formaggio, amalgamiamo bene e suddividiamo in due stampini lisci, da riporre in frigo per circa 2 ore.
Ora prepariamo i fichi: li laviamo bene non eliminando la buccia. Li mettiamo in un pentolino insieme a zucchero, aceto ed acqua. Lasciamo sulla fiamma moderata per una decina di minuti o fino a quando il liquido, ritirandosi, inizia ad essere filante, cioè a caramellare.

Note
- Dato che lo speck affianca la bavarese al caprino,  ho insaporito il formaggio con una lieve macinata di sale affumicato.
- In realtà per allestire il piatto per due persone, di fichi ne basterebbero quattro, ma visto che ci siamo...!

Con questa ricetta partecipo alla raccolta:



.......e anche......

mercoledì 24 agosto 2011

Cake "caffè e latte" per il caffè-latte



Vi ho già raccontato di quanto sia tragico il risveglio mattutino per la sottoscritta!
Sono di quelle che si alzano imbronciate, senza un perchè!
L'unica cosa che può risollevare le sorti della mattina è una buona colazione: che deve essere lenta, lunga e assaporata!
La mia lentezza nel prendere l'immancabile latte e caffè in casa mia è quasi proverbiale!
L'espressione che mi sento esclamare da una vita è : "Ma ancora con quella tazza in mano stai!?!"
Non potrei mai fare la colazione di sfuggita, in piedi, mentre mi preparo o, peggio, fuori casa. Ho bisogno di tranquillità e silenzio.
Magari soffermandomi su qualche rivista di cucina o di arredamento, un'altra cosa che mi piace molto!

La colazione è un rito, che inizia caricando la caffettiera e prosegue di fronte a  qualcosa di dolce, soffice e buono da mangiare con latte e caffè.
E se non si compie il rito io di casa non esco!
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.................
E se il caffè-latte c'è sempre..... il dolcetto è sempre diverso!

Per la colazione non amo i dolci troppo elaborati: questo plumcake nella sua semplicità è l'ideale!
Ho provato a farlo in uno stampo circolare, a tortina, ed è ugualmente molto buono perchè rimane comunque soffice. Secondo me, come tortina, si presta anche ad essere farcita con una buona crema, volendo!...magari al caffè!....con qualche ciuffetto di panna!....

Cake "Caffè e latte"
Ingredienti

300 g di farina
150 g di zucchero
100 g di burro
2 uova
una tazzina di caffè ristretto
1 cucchiaino di caffè solubile
1 bicchiere di latte
30 g di cioccolato fondente in scaglie (facoltativo)
una bustina di lievito vanigliato
1 pizzico di sale

Procedimento
Preparare il caffè ristretto, metterlo in una tazzina, sciogliervi il caffè solubile e lasciarlo raffreddare.
Sbattere molto bene le uova con lo zucchero. Aggiungere il burro fuso, il caffè, il latte, la farina setacciata con il lievito, il sale. Amalgamare bene gli ingredienti e aggiungere il cioccolato in scaglie.
Infornare a 170°/180° per circa 40 minuti. Verificare il grado di cottura con uno stecchino di legno, che deve uscire asciutto!

Note
- Ho messo solo 30 g di cioccolato per esaltare il sapore del caffè: voi  potete ometterlo o aggiungerne di più, assecondando i vostri gusti.
- Anche il caffè solubile può essere omesso, io ho voluto accentuare l'aroma.
- Le foto sono state scattate realmente a colazione: non potete capire che sforzo!!!

Con questa mia colazione partecipo alla raccolta organizzata dal blog My taste for food :



...e grazie a Carlotta per la segnalazione!

lunedì 22 agosto 2011

Crostata salata di giuncata con pere Coscia e pecorino, profumata al timo


Che caldo!
Proprio mentre si cercava di tornare alla normalità dopo le ferie e la rilassatezza ferragostiana è arrivato questo gran caldo che ha rallentato la ripresa, ai fornelli in particolare!

Nel tentativo di cercare un po' di refrigerio l'altro giorno, verso il tardo pomeriggio, io e mio marito siamo andati a fare una passeggiata nel verde della campagna circostante e ci siamo imbattuti in un agricoltore di nostra conoscenza che ci ha regalato un sacchettino di pere  della qualità Coscia.
Tornati a casa con questo inaspettato quanto gradito dono, mio marito ha sistemato le pere nel cestino e, all'ombra dell'ulivo del nostro giardino,  si è divertito a fotografarle, mentre io cercavo di alleviare la sete delle piantine accaldate.



E fulminea è scoccata la scintilla!

...No, no! Non per il caldo!
Ma per la ricetta che mi è balenata in testa improvvisamente!

Quando si vuole valorizzare al massimo un ingrediente si dimentica anche il caldo e la conseguente calura generata dal forno in cucina!




Devo dire che è valsa la pena di sopportare il forno acceso: questa torta salata sa essere versatile e  raffinata. Il sapore è particolare: ha tutto il gusto di uno dei più classici degli accostamenti, il formaggio con le pere.
Ho voluto valorizzare ulteriormente il contrasto tra i sapori dei due ingredienti accompagnando la crostata salata con del miele: io ho utilizzato un millefiori perchè ne ho uno ottimo prodotto da un apicoltore che ha le arnie su un terreno a fianco al nostro ( vi ricordate il noceto?) e che ha regalato a mio padre un barattolo della sua produzione.
Ma sarebbe interessente sbizzarrirsi con degli accostamenti più particolari!

Questa ricetta secondo me è adattissima per un "buffet speziale": automatica è stata l'associazione con la Raccolta Speziale lanciata da Libera del blog Accantoalcamino e Antonella del blog AT21, in vista del 9 ottobre 2011, Giornata Nazionale della persona con sindrome di Down.
Teniamoci liberi per quella data perchè si profilano sorprese all'orizzonte...intanto cuciniamo per il buffet e inviamo le ricette a Libera, o meglio...lasciamo il link della ricetta nel post di cui sopra!



Sono molto felice di partecipare!

Crostata salata di giuncata con pere Coscia e pecorino profumata al timo
Ingredienti

per la pasta
100 g di farina "0"
50 g di semola di grano duro
5 cl di birra
3 cl di olio di semi di mais
2 cl d'acqua
1 pizzico di sale
1 pizzico di lievito per torte salate 

per la farcitura
300 g di giuncata
5 pere Coscia
5 rametti di timo
1 uovo
2 cucchiai di parmigiano
2 cucchiai di pecorino
sale e pepe

inoltre
miele per accompagnare




Procedimento
Mescoliamo le due farine con il lievito e impastiamo aggiungendo gradualmente i liquidi: birra, acqua e olio di mais. Saliamo. Formiamo una pallina, la avvolgiamo con della pellicola e la riponiamo in frigo per il tempo necessario a realizzare la farcia.
Lavoriamo bene la giuncata con una forchetta, aggiungiamo l'uovo, il parmigiano, sale e pepe e le foglioline del timo, lasciando da parte solo un rametto.
Riprendiamo l'impasto e lo stendiamo su della carta forno. Lo adagiamo in una teglia e versiamo la farcia. Livelliamo bene e ricopriamo con le pere lavate ma non sbucciate, tagliate a fette sottili.
Saliamo leggermente le pere, proprio un pizzichino. Spolverizziamo col pecorino e le foglioline di timo rimaste. Inforniamo a 190° per una quarantina di minuti circa.
Lasciamo intiepidire e serviamo con del miele a piacimento.

Note
- Sono partita dall' impasto al vino che faccio spesso per le torte rustiche, ma ho sostituito il vino con la birra e ho aumentato un po' le quantità per avere una crosticina più alta.

mercoledì 17 agosto 2011

Spiedini di agnello con tartare di verdure e salsa alla menta: il ritorno!


Eccomi di ritorno, dopo un periodo di vacanza.
Non sono stata fuori per tutti i giorni di assenza dal blog: quest'anno abbiamo fatto un giretto breve tra la Svizzera e la Germania, sul Lago di Costanza. Siamo rientrati già da martedì scorso, ma ho voluto dedicarmi un po' ad altro, senza indugiare troppo in cucina.
Sono passata comunque a salutare i miei amici bloggers e ad apprezzare i loro piatti. Spero che abbiate passato tutti un piacevole Ferragosto!

Il viaggio è stato molto carino (io ho un debole per i paesi del nord!), nonostante il tempo poco clemente! Siamo incappati in giornate di pioggia e clima fresco, ma quando si sceglie il nord per le vacanze è accettabile anche questo.

Oggi come "ricetta del ritorno" vi propongo un piatto che tradisce ancora uno spiccato spirito vacanziero, perchè è veloce, pratico, semplice da preparare e gustare in compagnia, possibilmente all'aperto e in un'atmosfera informale.

Ma prima di approfondire la ricetta vorrei lasciarvi qualche immagine del mio viaggio, per condividere con voi il fascino dei luoghi dove sono stata.....Zurigo, Costanza, Lindau....






Spiedini di agnello con tartare di verdure e salsa alla menta

Ingredienti per 4 persone

20 spiedini di agnello
sale

per la tartare
1 pomodoro "cuore di bue"
1 peperone
1 zucchina
1/2 cetriolo
1 cuore di finocchio
1/2 cipolla
qualche fogliolina di menta
sale
1 cucchiaio di salsa alla menta
2 cucchiaini di aceto balsamico

per la salsa alla menta
1/2 bicchiere d'olio evo
30 g di menta



Procedimento
Prepariamo la salsa alla menta: laviamo e asciughiamo le foglioline aromatiche, ne teniamo da parte una decina da mettere a pezzetti nella tartara, le restanti le lavoriamo con un po' dell'olio evo in un mortaio, fino ad ottenere una salsina da allungare con l'olio restante.
Prepariamo la griglia dove arrostiremo gli spiedini: mentre raggiunge la giusta temperatura approntiamo la tartara.
Laviamo, asciughiamo e tagliamo a cubetti piccoli tutte le verdure, le condiamo con sale, aceto, menta e un cucchiaio di salsa. Rivestiamo 4 stampini di alluminio con della pellicola, suddividiamo in questi le verdurine crude condite; dopo aver coperto con la pellicola anche la superficie, esercitiamo una lieve pressione sulle verdurine per compattarle e le riponioamo in frigo.
Arrostiamo gli spiedini salandoli solo a fine cottura. Li suddividiamo nei piatti e accompagnamo con le tartare di verdure sformate e un cucchiaino di salsa alla menta.



Note
- E' possibile trovare già pronti gli spiedini di agnello: in caso contrario tagliare la polpa in cubetti di 1 cm per lato.
- L'ideale sarebbe arrostire la carne sulla brace di legna o carbone, non avendo questa possibilità preferire comunque la griglia alla piastra per far perdere all'agnello il grasso in eccesso.
- Le verdurine crude e soprattutto la freschezza della menta contrastano molto gradevolmente l'intensità del gusto dell'agnello, conferendo una nota di leggerezza.

Dedico questo post alla cara Stefania del blog Nuvole di farina che mi ha, molto gentilmente, omaggiato di un premio. Grazie Stefanie e complimenti per le ricette e la tua simpatia!!!

mercoledì 3 agosto 2011

Crocchette di carote piccantine con paprika e semi di papavero

 
Lo scorso inverno per cena ho preparato spesso delle vellutate: con tutte le verdure e legumi possibili ed immaginabili!
Mi piace mangiarle bollenti e piccanti e di solito accompagante da crostini e stuzzichini vari!
Ma in piena estate una vellutata bollente non è proponibile! 

La mia vellutata preferita è quella di carote: innanzi tutto per il colore che, da solo, già scalda. 
E poi perchè il sapore dolce che la contraddistingue esalta il piccante...e viceversa.

E' proprio dallo scorso inverno e dalle vellutate che ho preso l'abitudine di riempire di carote il cassetto del frigo.
Quando le vedo belle fresche dai banchi del mercato, col ciuffo verde, non resisto...e poi naturalmente bisogna smaltirle!
Ogni tanto mi lancio in qualche nuovo esperimento che le contenga; l'ultimo in ordine di tempo è questo che vi propongo oggi.

Ma lo sapete che queste crocchette sono veramente sfiziose!?!

Crocchette di carote piccantine con paprika e semi di papavero
Ingredienti

5 carote
1 patata lessa
60 g di emmental
1 scalogno
1 peperoncino piccante
2 cucchiai di olio evo
2 cucchiai di uovo sbattuto
paprika
1 cucchiaio di pangrattato / 2 fette di pancarrè
sale e pepe

inoltre

per la panatura
pangrattato
un ciuffetto di rosmarino fresco tritato
semi di papavero

per friggere
olio di semi di arachidi



Procedimento
Peliamo le carote e le tagliamo a tocchetti.
Le sbollentiamo per 4/5 minuti. Intanto in una padella versiamo due cucchiai di olio d'oliva e facciamo appassire lo scalogno con un piccolo peperoncino piccante. Scoliamo le carote e le facciamo insaporire nella padella con lo scalogno, mescolandole spesso. Uniamo anche la patate lessa a tocchetti. Saliamo, pepiamo e mettiamo una spolverata di paprika.  Quando le verdure sono ben insaporite le frulliamo e le lasciamo intiepidire. Aggiungiamo ora l'emmental grattugiato e poco uovo sbattuto. A questo punto dobbiamo valutare la consistenza del composto (dipenderà molto dal quantitativo d'acqua presente nelle carote e nelle patate): deve permettere di formare le crocchette. Io ho aggiunto una fetta di pancarrè sbriciolato e 1/2 cucchiaio di pane grattugiato.

A questo punto possiamo preparare la panatura: partiamo con 2 cucchiai di pane, due di semi di papavero e il rosmarino tritato molto finemente.  Se dovesse servire, ne prepariamo dell'altra. Mescoliamo bene e vi passiamo le crocchette facendo aderire bene la panatura.
Friggiamo in olio bollente fino a doratura.

Note
- Io direi che queste crocchette possono essere  servite come secondo  piatto. Oppure possiamo farle più piccoline e graziose....adattandole ad un aperitivo o antipasto.
- Sinceramente non so come sarebbero cotte in forno: forse con la  temperatura al massimo potrebbe crearsi subito la crosticina attorno, mantenendo il cuore tenero...allora potrebbe sembrare una frittura! Se decidete di provare, fatemi sapere!

lunedì 1 agosto 2011

Pigro dessert di una pigra domenica estiva


Una peculiarità che mi contraddistingue da sempre è una certa...diciamo così... problematicità nel risveglio! Sono molto poco reattiva ai raggi del sole mattutini, alla sveglia...a qualsiasi sollecitazione esterna. Basti pensare che per quando, da piccola, dovevo andare a scuola i miei avevano messo su una vera e propria associazione volta ad accelerare i miei tempi di carburazione: entravano in camera, mi svegliavano, mi mettevano in piedi accanto al letto,  accendevano la luce, la radio....si allontanavano pensando di essere riusciti nell'impresa.... e poi puntualmente mi ritrovavano sdraiata sul letto che dormivo profondamente come se nulla fosse stato!
Anche ora....una parte di me si sveglia...diciamo metà cervello...l'altra rimane in uno stato di torpore fino a tarda mattinata.
Per cui, se ho qualche impegno, la parte sveglia sprona quella addormentata affinchè reagisca....
....ma se poco poco so di non avere impegni.....state certi che il torpore prende il sopravvento e la mattinata si trascina pigramente e mollemente tra molti caffè e qualche faccenda.
Così ieri!
Domenica di fine luglio in casa col maritino!
Non avevamo impegni perchè abbiamo programmato un'uscita di 4/5 giorni a cavallo del prossimo fine settimana (poi vi racconterò!), quindi per questo week-end  volevamo starcene a casa in tranquillità.

A volte il fine settimana scorre più lentamente se non si programmano uscite e diversivi, quasi quasi lo si assapora di più! Sembra di staccare realmente la spina senza farsi travolgere dalla necessità di...staccare la spina! Non so se mi spiego?! Si asseconda il proprio bio-ritmo che nel mio caso è tendenzialmente lento.

Tergiversando e indugiando si è arrivati quasi ad ora di pranzo e, nonostante la pigrizia e il torpore, l'appetito di certo non mancava. 
La parte sveglia del cervello si è attivata ed ha prodotto un buon risottino, con una combinazione di ingredienti particolare; ma quella addormentata non ha voluto proprio saperne di scattare una foto...quindi lo riproporrò a tavola e scatterò delle foto quando possibile.
E, nonostante tutto,  non è mancata neanche la coccola di un dolcetto...semplice semplice, veloce veloce, ma gustoso... ideale in tutte quelle situazioni che non vogliono essere impegnative.



Si tratta di un dessert che sono andata a scovare in un cassettino della memoria, quello dove custodisco le ricette. Lo avevo visto su qualche rivista, non so più neanche quale. 
I dessert con la frutta, al cucchiaio o no, generalmente mi colpiscono perchè nella loro semplicità li trovo molto raffinati.
Se poi si preparano quasi ad occhi chiusi, è il caso di dirlo, tanto meglio!



Frutta gratinata

Ingredienti per 2 cocotte

per la salsa
1 tuorlo
1 cucchiaio e 1/2 di zucchero
2 cucchiai di latte
100 ml di panna
essenza di vaniglia
burro per le cocottine (io non l'ho messo)
zucchero a velo

inoltre
frutta secondo i propri gusti
(io ho optato per 1 albicocca, 1 kiwie e 1/2 pesca noce)

Procedimento
In una terrina montiamo il tuorlo con lo zucchero fino a farlo diventare un composto spumoso.
Nel frattempo in un pentolino scaldiamo la panna con il latte. Spegniamo prima che raggiuga l'ebollizione e versiamo nel contenitore con uovo e zucchero passandolo attravero un colino. Aggiungiamo qualche goccia di essenza di vaniglia.
Dividiamo la frutta tra le due cocotte, lasciando un po' di spazio tra un pezzetto e l'altro. Versiamo il composto ed inforniamo a 180° per 4 minuti, cioè fino a che la crema sarà rappresa.
Spolverizziamo di zucchero a velo e serviamo.

Note
- Se ieri non fossi stata tanto pigra avrei preparato delle lingue di gatto da mangiare con la frutta gratinata!