mercoledì 30 novembre 2011

Cake salato pere e pecorino


Sabato pomeriggio a zonzo per la città!
Complice il cielo sereno e le temperature relativamente alte, abbiamo approfittato per iniziare a prendere confidenza con la città addobbata a festa e i negozi carichi (ma sarebbe meglio dire caricati!) di atmosfera natalizia.
Inizia a percepirsi una certa frenesia in giro.
C'è sempre più gente che si abbandona alle compere o che, semplicemente, gira nella consapevolezza che..."ci siamo quasi!...tra un po' è Natale!"
All'interno di certi lussuosi magazzini non resta che arrendersi e farsi trascinare dalla folla, senza opporre resistenza: ci sono talmente tante persone che sarebbe inutile!
Eppure mai come quest'anno la mia mente fatica a mettersi all'opera per "programmare". Cosa che di solito le viene così spontanea!
Il menù, gli addobbi, la tavola, i segnaposto....sarà che sto fuori dalla mia "vera casa" e rientrerò solo qualche giorno prima di Natale....ma per ora mi sento la testa sgombra da qualsiasi urgenza di programma!
Questo ho realizzato mentre tornavamo a casa stanchi per la confusione che ci ha sorpreso.
La serata è proseguita in pigrizia con una cena semplice e disimpegnata: rincasando sono stata felicissima di ricordare, attraverso il profumo che ci ha avvolto aprendo la porta e che ancora permaneva nelle stanze, che un cake salato ci aspettava per cena...profumo che è riuscito lì dove gli addobbi hanno fallito...a riconciliarmi anche con questa città frenetica...il lato buono è che ad un certo punto devi per forza tornare a casa! ...e chiudere la porta!
Pere e pecorino ci ho messo questa volta nel cake! Non senza una cipolla!


Ingredienti
250 g farina integrale ai cereali
2 uova
100 g di pecorino grattugiato
2 pere
150 g di latte
40 g di olio d'oliva + 2 cucchiai
1 cipolla
1 bustina di lievito per torte salate
sale e pepe

Procedimento
In una padella stufiamo la cipolla tritata con 2 cucchiai d'olio. Se necessario aggiungiamo un paio di cucchiai d'acqua e portiamo a cottura.
In una ciotola setacciamo la farina con il lievito e il sale. In un'altra invece sbattiamo le uova con il latte e l'olio (40 g). Versiamo i liquidi sopra alla farina e il lievito. Mescoliamo bene e amalgamiamo il formaggio al composto. Aggiustiamo di sale e di pepe e incorporiamo la cipolla e le pere sbucciate e tagliate a cubetti. Versiamo in uno stampo da plum-cake coperto di cartaforno e cuociamo in forno già caldo per circa 20 minuti alla temperatura di 180°.

Note 
- Ho preparato il cake partendo da questa mia ricetta, rimodulando un po' l'impasto. Il procedimento seguito è quello classico per la realizzazione dei muffins.
 - Aggiungo questa nota successivamente. Ho dimenticato di specificare che io sono partita con 50 g di pecorino, ma provando l'impasto mi sembrava insufficiente, anche perchè la mia farina integrale ai cereali ha un buon sapore definito. Quindi ne ho aggiunti gradualmente altri 50. Vi consiglio di procedere allo stesso modo: provare per regolarsi, anche in base agli ingredienti che avete a disposizione!

Con questa ricetta partecipo al contest:


lunedì 28 novembre 2011

Lasagne Taleggio...e i broccoli?


Una lasagna alle verdure, ai broccoli per essere precisi, con cremosissima besciamelle al Taleggio, irrimediabilmente compromessa nell'aspetto!
Non dite che non è vero!
...sulla destra, proprio al bordo... vedete qui sù?... la sfoglia è alzata!
No, non è che io sia perfezionista....è che cucinare con i mariti per casa a volte comporta qualche sorpresa.
Capita che il pestello rovini irrimediabilmente al suolo. Ma il pesto era buono quindi...che ce ne importa!
Capita che siano in vena di dispetti...o semplicemente un po' affamati, di ritorno dal footing domenicale!
E capita anche che mentre stai farcendo l'ultimo strato della lasagna squilli il telefono....la mamma ti trattenga a chiacchierare...e i broccoli che avevo lasciato da parte per decorare la superficie della lasagna che fine hanno fatto?
Se li è mangiati lui appunto!...ma proprio i broccoli dico io!
E nel tentativo di tirar fuori con la forchetta qualche broccolo dagli strati inferiori, per guarnire o, quanto meno, per lasciare in evidenza tracce degli ingredienti, la lasagna s'è un po' sconnessa.
Niente di grave, per carità!...il gusto non ne ha risentito!
La foto è stata scattata con la lasagna bollentissima....il ripieno è uscito e non si vedono gli strati. Ma voi fidatevi sulla parola: non era un single-block!


Lasagne broccoli e Taleggio
Dosi per 4 persone

Ingredienti

per la pasta
2 uova
200 g di semola di grano duro
1 cucchiaio d'olio
1 pizzico di sale

per la farcituta
500 g di broccoli (senza il torsolo)
200 g di Taleggio
150 g di camorza
50 g di burro
40 g di farina
sale e pepe
noce moscata
Parmigiano
aglio
olio
peperoncino


Procedimento
Cominciamo preparando la pasta: impastiamo tutti gli ingredienti sul piano e dopo aver lavorato bene, lasciamo riposare tra due piatti per circa mezz'ora. Trascorso il tempo stendiamo la pasta con la macchinetta, ricavandone delle sfoglie sottili, che lesseremo per pochi minuti in acqua bollente salata. Tiriamo fuori dall'acqua le sfoglie, le immergiamo in acqua fredda e le stendiamo su un telo.
Laviamo e sbollentiamo i broccoli. Quando l'acqua riprende bollore li scoliamo e li ripassiamo velocemente in una padella dove avremo scaldato olio, aglio e peperoncino.
Prepariamo la besciamelle nel modo classico: mettiamo a scaldare il latte e in un altro pentolino facciamo fondere il burro, aggiungiamo la farina in un solo colpo, mescoliamo bene. Quando la farina risulterà tostata aggiungiamo il latte bollente e lasciamo addensare per pochi minuti. Non appena sarà  raggiunta la consistenza desiderata (ma deve rimanere abbastanza liquida) vi facciamo sciogliere in mezzo il Taleggio.  Saliamo e pepiamo (o se preferiamo sostituiamo il pepe con la noce moscata).
Quando tutti gli ingredienti saranno intiepiditi possiamo assemblare la lasagna alternando strati di pasta a strati di broccoli, besciamelle al Taleggio, mozzarella tagliata a cubetti e Parmigiano.
Concludiamo con uno strato meno consistente di broccoli, besciamelle e Parmigiano.

Note
 - Perchè i broccoli cuocciano uniformemente senza disfarsi, incidiamo la base delle cimette col coltello. Possiamo anche evitare di ripassarli in padella, se preferiamo una preparazione più leggera.
 - In tutte le lasagne io metto sempre un po' di scamorza, anche quando ci sono altri formaggi che ne coprono il sapore, come in questo caso, perchè comunque l'effetto filante della scamorza mi piace troppo.
 - C'è Taleggio e Taleggio: probabilmente dipenderà molto dalla zona d'Italia dove vi trovate ad acquistarlo o semplicemente dalla marca che vi capita....ma ce ne sono di saporitissimi e di molto delicati. Quello che ho comprato io aveva un gusto poco marcato, per cui i 250 g che ho messo nella besciamelle erano giusti e rimaneva comunque delicata. Se il vostro Taleggio ha un sapore più spiccato potete metterne anche meno. Attenzione col sale!
 - Non so se si è capito, io sono un po' fissata con la pasta fatta in casa: è una fissa ereditata in famiglia.
A parte questo,  trovo più semplice fare la pasta che cercare di stabilire quanta sfoglia occorra di quella già pronta e quale sia la migliore. Faccio prima ad impastare e stendere!
Voi regolatevi secondo la vostra comodità naturalmente!

Con questa ricetta partecipo al contest...


sabato 26 novembre 2011

I Salumi del Frantoio

Martedì scorso al ristorante Frantoi Celletti di Milano, zona Navigli, si è tenuto un evento di "Gusto", organizzato dai Frantoi Gentileschi, dove è stata proposta in anteprima una nuova gamma di salumi rivoluzionaria, perchè prodotta con parziale sostituzione del grasso animale con olio extra-vergine d'oliva. 
Ho ricevuto l'invito a partecipare insieme ad altre food-blogger e la serata è risultata davvero molto piacevole!
Abbiamo potuto gustare un'ottima cena, le cui portate, accompagnate da vini scelti, vedevano come protagonisti i Salumi del Frantoio.


Interessantissima la degustazione degli oli del frantoio, guidata dal proprietario del ristorante, Guido Celletti, che ha proposto degli accostameni particolari tra oli e Salumi.


E' intervenuta alla cena anche la nutrizionista Samantha Biale che ha posto l'accento sulla leggerezza di questi salumi rispetto a quelli tradizionali, mentre Silvia Luppi ci ha fornito qualche utilissima dritta per valorizzare le nostre foto.


Un grazie a Maja e Francesca, organizzatrici dell'evento!

venerdì 25 novembre 2011

I muffins (integrali e con gocce di cioccolato)

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Lo so, lo so....sembra una mongolfiera più che un muffin!
La foto è talmente macro che questo muffin gigante e gonfio incombe in modo inquietante sul post...quasi minaccioso!
Se i vostri sogni saranno popolati  da muffins e mongolfiere, da colossi e giganti la prossima notte, tanto da poter essere definiti incubi, sarà colpa del mio post!
...ma anche il lievito e il bicarbonato non sono del tutto esenti da responsabilità! Anche loro c'hanno messo lo zampino, in comunella con gli acidi dello yogurt.
Ora, provate voi a rendere aggraziato in foto un energumeno del genere! 
C'è poco da tergiversare!
Anche perchè è un tipo semplice e rustico, piuttosto grezzo anzi! ...fatto di farina integrale ai cereali e di zucchero integrale di canna, che non gli consente sdolcinate smancerie.
Unico vezzo? Le gocce di cioccolato!


I muffins (integrali e con gocce di cioccolato)

Ingredienti
120 g di farina integrale ai cereali
180 grammi di farina "00"
120 g di zucchero di canna
100 g di latte 
80 g di yogurt intero cremoso all'orzo
80 g di burro
2 uova
80 g di gocce di cioccolato
1 bustina di lievito
1 punta di cucchiaino di bicarbonato
1 pizzico di sale
1 bustina di vanillina

Procedimento
Si procede col classico metodo per la lavorazione dei muffins, assemblando i liquidi  e le polveri separatamente e poi mescolando il tutto velocemente!
Setacciamo in una ciotola le farine, il lievito, il bicarbonato, la vanillina e il sale. Aggiungiamo lo zucchero e mescoliamo. Facciamo fondere il burro a fiamma bassa e lo lasciamo intiepidire. Sbattiamo a parte le uova con lo yogurt, il burro fuso e il latte. Aggiungiamo i liquidi alle polveri. Mescoliamo velocemente e incorporiamo anche le gocce di cioccolato. Suddividiamo negli stampini e inforniamo a 180° per circa 20 minuti.

Note
 - Se  non amate particolarmente i dolci "dolci" questi muffins fanno per voi! 
Lo zucchero di canna è molto discreto e permette agli altri elementi di prevalere. Ma se siete un po' più tradizionalisti, per cui vi aspettate che un dolce sia tale di nome e di fatto, sostituite lo zucchero di canna con del semplice  zucchero semolato. Io ho provato a metterne anche meno (100 g) e per i miei gusti è sufficiente!
 - Lo yogurt può naturalmente essere bianco, semplice. Io ho scelto quello all'orzo perchè richiamava i cereali della farina e ne accentuava il colore integrale.

Con questa ricetta partecipo al contest:


mercoledì 23 novembre 2011

Zuppa di farro e lenticchie

Caldo pomeriggio di settembre in città.
Mentre cucino mi accorgo che, se voglio esaltare la salsa che sto preparando, occorre un formato di pasta di cui la mia dispensa è sprovvista.
Scendo subito al supermercato, mi assicuro la pasta, decido di prendere al volo anche un melone e mi appropinquo alle casse per pagare. 
Ho nel portafogli "solo" una banconota da 100 euro. 
Non mi passa neanche per l'anticamera del cervello che questo potrebbe rappresentare un problema, avendo speso poco più di 3 euro.
E invece trovo la cassiera inferocita perchè io mi sto permettendo di pagare una spesa "striminzita" come quella che ho davanti con un pezzo da 100 euro.
"Non c'è scritto mica banca qui fuori!!!...testuali sue parole!...neanche fossi andata a chiedere un prestito!
Io e le persone che mi seguono alla cassa ci guardiamo sbigottite: tanto è assurda ed eccessiva la reazione della signora che quasi non sembra possibile! Non sembra reale!

Freddo pomeriggio di novembre in città.
Uffa! mentre cucino mi accorgo sempre che manca qualcosa...la fortuna è che il supermercato dista pochissimi passi e quindi con una "capatina-express" si può rimediare facilmente.
Scendo e compro ciò che mi manca e qualche altra cosa, per una spesa complessiva di 16 euro. 
Nel portafogli ho una banconata da 20. Perfetto! Devo avere indietro solo 4 euro di resto, sicuramente non ci saranno problemi!
La cassiera (non quella dell'altra volta, un'altra!) sbatte furiosamente i 20 euro nel cassettino della cassa ed esclama "Non ce la faccio più!"...e mi rifila il resto, arrabbiatissima, senza guardarmi neanche in faccia, perchè era stata costretta a contare, sbuffando come un treno a vapore, monete da 20 centesimi per un totale di 4 euro!
Ora...solo una domanda: ma cosa ha le gente in questa città?


Zuppa di farro e lenticchie
dosi per 2 persone

Ingredienti
120 g di lenticchie secche
120 di farro perlato
1/2 cipolla
1/2 carora
1/2 gambo di sedano
1 spicchietto d'aglio
3 cucchiai di olio d'oliva
2 pomodori pelati
alloro e rosmarino
sale e pepe
1 pezzetto di peperoncino piccante

Procedimento
Sciacquiamo le lenticchie sotto l'acqua corrente e le mettiamo in un tegame coperte d'acqua fredda con 1 foglia d'alloro. Portiamo ad ebollizione e facciamo cuocere lentamente, a fiamma bassa. In un tegamino rosoliamo, in due cucchiai d'olio, un trito realizzato con carota, cipolla, sedano, aglio, peperoncino e gli aghi di un rametto di rosmarino. Quando il tutto risulta leggermente dorato aggiungiamo i pomodori e facciamo cuocere a fiamma bassa, fino a quando le verdure risulteranno tenere. Saliamo e pepiamo. A questo punto possiamo scegliere se tenerle così o frullarle col minipimer. Io le ho frullato per accentuare la consistenza cremosa della zuppa. Nel momento in cui le lenticchie saranno quasi cotte, circa 20 minuti prima della fine, aggiungiamo il sughetto, riportiamo a bollore, aggiungiamo eventualmente dell'altra acqua calda e caliamo il farro sciacquato sotto l'acqua fredda. Cuociamo e serviamo con dell'altro olio a crudo e del pepe macinato al momento.

Note
-  Questa zuppa è una delle nostre preferite per l'inverno. Ci piace che sia un po' piccantina ed è ancora più buona se preparata in anticipo.
- I tempi di cottura del farro variano molto a seconda della qualità, per cui bisogna regolarsi  su quando metterlo in pentola con le lenticchie. Queste ultime comunque difficilmente scuocciono, quindi anche se bisogna proseguire i tempi di cottura la zuppa non ne risentirà!

lunedì 21 novembre 2011

Schiacciatine di pane


Non riesco più a comprare il pane!
Ci siamo abituati a mangiare il pane appena sfornato e ripiegare su quello, ormai, industriale che si trova in panetteria o al supermercato ci sembra un sacrificio troppo grande.
Sono cresciuta col pane fatto in casa da mia nonna, che ogni settimana alimentava il suo lievito madre ereditato in famiglia e preparava filoni di pane con le patate e pizza, cotti al forno a legna. 
Per anni si è compiuto lo stesso rito, ogni settimana!
I mezzi di cui dispongo io purtroppo sono ben altra cosa, dovendo dividermi tra una casa in paese e una in città: dovrei ogni volta organizzare la trasferta anche per il lievito!....ma non rinuncio a sfornarmi il pane che preferisco e quando voglio io, per poterlo gustare sempre fragrante e profumato.
E poi è così bello personalizzarlo, abbinarlo, arricchirlo, a seconda dei piatti che deve accompagnare.
Questa schiacciatine ultimamente vanno per la maggiore a casa mia: hanno un buon sapore, la crosticina croccante e l'interno soffice ma asciutto. Si prestano ad essere farcite, se dobbiamo preparare dei panini da portare al sacco. E possono essere aromatizzate in base all'estro del momento o al piatto che devono supportare. Vi propongo l'impasto semplice, ma in altre circostanze ho aggiunto la salvia, il rosmarino, il limone o lo zafferano.


Schiacciatine di pane
Dosi per 4 persone

Ingredienti
500 g di farina "0"
250 g di acqua
20 g di lievito di birra
40 g di olio di oliva
5 g di malto d'orzo
sale

Procedimento
Facciamo intiepidire l'acqua e vi sciogliamo il lievito e il malto. Versiamo il composto nella farina setacciata (tranne 2 cucchiai) e disposta a fontana. Cominciamo ad impastare ed uniamo prima l'olio e dopo il sale. Lavoriamo bene e poi riponiamo l'impasto in una ciotola unta di olio e coperta con un panno umido. Lasciamo lievitare per almeno 2 ore al riparo da correnti. Riprendiamo l'impasto e lo dividiamo in 4 o in 8, a seconda di come vogliamo che le schiacciatine siano grandi. Le modelliamo con le mani allungandole e pressandole. Le disponiamo su una teglia coperta di cartaforno, cosparsa di uno dei due cucchiai di farina tenuti da parte, e le lasciamo lievitare per circa 30 minuti, coperte dal panno umido. Trascorso il tempo necessario alla seconda lievitazione riprendiamo le schiacciatine e le incidiamo sulla superficie con un coltello. Spolverizziamo con l'altro cucchiaio di farina e inforniamo a 200° per 20/25 minuti.

Questa ricetta è stata provata sa Carla del blog Le delizie della mia cucina.

sabato 19 novembre 2011

7 links project

Questi sono i 6 amici bloggers da cui prendo in custodia il testimone del 7 links project, prima di passarlo ad altri 7 amici. Il gioco consiste nel ripercorrere all'indietro la storia del proprio blog, riproponendo i post che rispondano ai sette quesiti.

1) Il post il cui successo mi ha stupita
Marmellata di giuggiole - 12 ottobre 2011


Da quando l'ho pubblicato, questo post è sempre rimasto nella top ten dei più visti: non lo avrei mai pensato! Le giuggiole sono un frutto abbastanza dimenticato e poco reperibile, non immaginavo che potessero suscitare tanto interesse.

2) Il post più popolare
Torta di mele e nocciole - 7 ottobre 2011


Il dolce più semplice e il più comune in assoluto: è proprio la torta di mele la ricetta più vista del mio blog, in questo caso arricchita con delle nocciole.

3) Il post più controverso
Cake e muffins di zucca con salvia e pecorino - 18 settembre 2011


Se date un'occhiata al post vedrete che ci sono foto scattate all'interno e foto esterne. C'era pochissima luce e non si riusciva a capire quale fosse la situazione migliore.

4) Il post più utile
Bicchierini crema e fichi con mandorle e panna - 4 settembre 2011


Il post più utile perchè è nato per partecipare alla Raccolta Speziale...cioè una raccolta di ricette adatte ad un buffet, simbolicamente dedicato alla giornata nazionale della persona con sindrome di Down (9 ottobre 2011)

5) Il post che non ha ricevuto l'attenzione che meritava
Tartellete allo sciroppo d'acero con crema, ribes e...sciroppo d'acero! - 29 luglio 2011


Forse meritava un po' più di attenzione, perchè queste tartellette sono completamente senza burro. La frolla ne è priva essendo fatta col philadelphia ed è molto profumata per la presenza aromatica dello sciroppo d'acero. Anche la crema è ottima con yogurt, ricotta e latte condensato.

6) Il post più bello
Mini-ciambelline "demodè" con giulebbe  al limone - 15 luglio 2011


E' il post più bello perchè è nato in un'atmosfera di festa e collaborazione. Le ciambelline le ho fatte con mia madre e una sua amica, le foto le abbiamo fatte in giardino con tante persone, in primis i miei nipotini che "collaboravano".

7) Il post di cui vado più fiera
Spaghetti semi-risottati con branzino al profumo di peperone - 20 luglio 2011


Questo post mi piace perchè la pasta era ottima, il branzino tenerissimo e la ricetta perfettamente ambientata nel contesto estivo che volevo rappresentare.

....lascio il testimone a:
- Manu (Cooking Manu)
- Mari (Chat à poche)
- Lory B (Lory B Bistrot)

Ho scelto dei blog che, a memoria, non erano già stati coinvolti nel gioco. Mi scuso se, non volendo, ho trascurato qualcuno! Naturalmente non è obbligatorio raccogliere l'invito a partecipare: se non avete tempo o semplicemente non ne avete voglia non c'è alcun problema!

venerdì 18 novembre 2011

Crocchette di borlotti e cavolo nero


Post super-veloce oggi....scusate la fretta, ma ho tante cose da fare!
Innanzi tutto devo cominciare a concentrarmi sui famosi 7 links, perchè ho preso il testimone da Fr@ e Carla e spero, nell'arco del prossimo fine settimana, di poter rendere omaggio a questa simpatica catena.
...e poi devo sbrigare una serie di servizi tra uffici vari: banca, posta... e chi più ne ha più ne metta!
Ragion per cui vi propongo delle pratiche crocchette, che si intonano allo spirito "fast" che caratterizza la mia giornata e il post.
...crocchette che, a ben vedere, possono essere un piatto unico a tutti gli effetti, perche non mancano di proteine per la presenza dei legumi, dell'uovo e del formaggio; abbondano di vitamine, viste le verdure... e ci sono pure i carboidrati!
Una sorta di ribollita "in pillole"...anche se, puntualizzo per i puristi, ho utilizzato i borlotti invece che i cannellini.

Crocchette di borlotti e cavolo nero
Dosi per 2 persone

Ingredienti
250 g di borlotti lessi
150 g di cavolo nero scottato e strizzato
1 carota
1 porro piccolo (solo la parte bianca)
2 fette di pancarrè
1 cucchiaio di Parmigiano grattugiato
1/2 uovo (o 1 piccolo)
1 cucchiaio d'olio d'oliva
sale e pepe
pane macinato
olio di arachidi per friggere

Procedimento
Frulliamo i fagioli e successivamente, a parte, il cavolo nero. Stufiamo in una padella porro e carota a cubetti e li amalgamiamo in una ciotola con la purea di fagioli e di cavolo. Aggiungiamo l'uovo, il pancarrè sbriciolato, il Parmigiano. Saliamo e pepiamo. Il composto deve risultare morbido ma lavorabile, per poter ottenere delle palline. Se lo riteniamo necessario aggiungiamo un cucchiaio di pangrattato per renderlo più sodo. Passiamo le palline nella panature e le friggiamo in olio bollente.

Note
 - Non mettiamo contemporaneamente nel mixer fagioli e cavolo, perchè possano rimanere distinguibili.

mercoledì 16 novembre 2011

Gnocchi di ricotta con pomodorini al forno e pesto di noci, prezzemolo e caprino stagionato


Cielo sereno e limpido....brrrrrrr.... ma che freddo!
Le temperature sono scese finalmente...e io qui a presentarvi un primo piatto forse un po' fuori stagione, ma tanto buono...quindi spero non me ne vogliate!
Questi pomodorini rossi rossi ricordano più il sole caldo dell'estate che quello neanche tiepido di oggi, ma confesso che io i pomodorini li compro anche quando non è propriamente il loro periodo. E' peccato?
A volte si trovano delle qualità che risultano comunque buone. E' il caso di questi Campanini.
C'è da dire che gli gnocchi di ricotta hanno una spiccata personalità, se preparati con ricotta di pecora:  in estate avrei scelto di assecondare il loro gusto deciso con un sughetto appena scottato di pomodori freschi e basilico. In questo caso i pomodori li abbiamo cotti in forno, opportunamente insaporiti con aglio, cipolla, pangrattato....e li abbiamo aggiunti solo in un secondo momento, dopo aver ben condito gli gnocchi con un pesto di noci, prezzemolo e caprino semi-stagionato. Un piatto veramente buono, assolutamente da ripetere. 
No no...il plurale che ho fin qui usato non è un "maiestatis": non  sono stata improvvisamente colta da un delirio di autorevolezza, assolutamente!
E' che a questo piatto abbiamo lavorato in due: mio marito è l'autore del pesto... come potete vedere dalla fine che ha fatto il pestello del mortaio!
E infatti si è messo lì con tanta pazienza e ha realizzato un "pesto perfettamente pestato", scusate il gioco di parole, ma ha anche scelto il tipo di formaggio da unire agli altri ingredienti, che è risultato fondamentale per l'equilibrio del piatto. 
Abbiamo preparato questi gnocchi domenica scorsa. La domenica ce la prendiamo sempre un po' comoda e quando è arrivato il momento di cucinare mi sono resa conto che, se volevo realizzare il piatto che avevo in mente dal giorno prima, in tempo per l'ora di pranzo e non per la merenda, avevo bisogno di aiuto e lui si è offerto di collaborare. 
Solo che in due in cucina e con i tempi stretti si crea un po' di confusione e il pestello, per fortuna dopo aver svolto il suo dovere, è balzato via dal tavolo e si è spezzato a terra.
Avevate forse pensato che a mio marito, stremato dal pestare, fossero saltati i nervi e me lo avesse tirato dietro?


Gnocchi di ricotta con pomodorini al forno e pesto di noci, prezzemolo e caprino semi-stagionato
Dosi per 2 persone

Ingredienti
per gli gnocchi
300 g di ricotta di pecora soda
150 g di semola di grano duro
1 uovo
sale
noce moscata

per il pesto
50 g di noci sgusciate
50 g di caprino grattugiato
1/2 bicchiere di olio
1 spicchietto d'aglio
sape e pepe

per i pomodorini
300 g di pomodorini
1 cucchiaio di pangrattato
1 fettina di cipolla tritata
1 o 1/2  spicchietto d'aglio
1 cucchiaio d'olio
sale e pepe
1/2 cucchiaino di zucchero

La triste fine del pestello!


Procedimento
Innanzi tutto tagliamo a metà i pomodorini e in una ciotola li condiamo con aglio, cipolla, olio e pangrattato. Saliamo, pepiamo, aggiungiamo lo zucchero e mescoliamo bene. Lasciamo riposare per 30 minuti.
Nel frattempo prepariamo gli gnocchi: sgoccioliamo bene la ricotta, se necessario, e la impastiamo con la semola, l'uovo, il sale e la noce moscata. Inizialmente non uniamo tutta la semola, ma teniamone da parte una ventina di grammi da disporre sul piano e raccogliamola gradualmente, a seconda della necessità.
Facciamo dei filoncini con l'impasto, li tagliamo a tocchetti e diamo loro la forma che preferiamo. Io li ho "allungati" passandoli tra le mani. Lasciamoli su una tavola di legno infarinata, che ne assorba un po' l'umidità.
Trasferiamo i pomodorini su una teglia e li inforniamo a 180°. Lasciamo cuocere per una trentina di minuti. Nel frattempo prepariamo il pesto.
Raccogliamo nel mortaio le noci, il prezzemolo, l'aglio e 1 cucchiaio d'olio tolto dal quantitativo previsto. Cominciamo a pestare e gradualmente aggiungiamo il formaggio. Se necessario saliamo e pepiamo. Trasferiamo il pesto in una ciotola e amalgamiamo con l'olio rimasto.
A questo punto possiamo lessare i nostri gnocchi (sono pronti quando, immersi in acqua bollente salata, tornano a galla) e condirli con il pesto diluito, eventualmente, con qualche cucchiaio di acqua di cottura. Aggiungiamo anche i pomodorini e serviamo, volendo, con qualche scaglia di caprino che anticipi la presenza del formaggio.

Note
 - Gli gnocchi preparati con la ricotta di pecora sono molto gustosi....quasi quasi anche senza condimento. Se avessi utilizzato la ricotta di mucca avrei aggiunto un po' di Parmigiano nell'impasto, come faccio per gli gnocchi di patate, per insaporirli un po' di più.

Con questa ricetta partecipo al contest :

lunedì 14 novembre 2011

Carbonnade à la flamande con quenelles di stoemp


Uno degli aspetti più belli del viaggiare è proprio legato alla possibilità di conoscere le tradizioni e la cultura gastronomica dei paesi che ci ospitano. Non sempre, a dire il vero, si rimane soddisfatti dall'incontro ravvicinato con piatti tipici di terre straniere, soprattutto se ci si ostina a fare un paragone con le nostre tradizioni, che non possono che essere diverse.
Io se vado all'estero torno a casa comunque sempre molto contenta del bagaglio di spunti culinari che mi riporto dietro, eventualmente da rielaborare o adattare ai nostri gusti.
Il bello del cibo è che si può "viaggiare" anche stando in pantofole sul divano della propria casa...o, alle volte, andando al ristorantino dietro l'angolo, che nel mio caso è una brasserie belga.
Non sono mai stata in Belgio, ma a casa rielaboro spesso, a modo mio naturalmente, le proposte della brasserie, che è il posto dove mangiamo più spesso quando non ci va di rimanere a casa, ma l'uscita non vuole essere "impegnativa": con pochi passi siamo a destinazione e la cucina è buona.

Vi propongo quindi la mia versione della Carbonnade, un piatto sicuramente noto ai più, che alla brasserie servono sullo Stoemp, una crema di patate ripassata in padella con delle verdure di stagione stufate. Io con lo Stoemp ho fatto delle quenelles e come verdure ho utilizzato il porro e le carote, che possono essere sostituiti da spinaci, broccoli, catalogna o da quello che volete voi.


Carbonnade à la flamande con quenelles di Stoemp
Dosi per due persone

Ingredienti

per la Carbonnade
500 g di spezzatino di vitello
1 bottiglia di birra scura da 33 cl (io ho usato una Leffe)
1 cipolla bianca
1 foglia di alloro
1 cucchiaio di burro
1 cucchiaio d'olio
sale e pepe
una spruzzatina di aceto
1 cucchiaino di zucchero di canna
brodo (eventualmente per completare la cottura, se dovesse essere necessario, a me non è servito)
senape in grani (io non l'avevo e quindi non l'ho utilizzata)

per le quenelles
2 patate
1 noce di burro
1 cucchiaio d'olio
2 carote
1 porro
qualche cucchiaio di latte (solo se dovesse servire, per ridurre in crema le patate)

Procedimento

Facciamo scaldare un tegame dal fondo spesso, vi sciogliamo il burro con l'olio e rosoliamo la carne a fiamma vivace con l'alloro, fino a quando sarà ben colorita su tutti i lati. Dopo circa 15 minuti saliamo e pepiamo. Togliamo la carne e la teniamo in una ciotola. Nel tegame facciamo appassire la cipolla affettata sottilmente a fiamma bassa, fino a quando sarà morbida.  A questo punto rimettiamo la carne con i succhi che avrà rilasciato, mescoliamo alla cipolla e versiamo la birra. Copriamo il tegame e lasciamo sobbollire anche per  2 ore e 1/2 o comunque fino a quando la carne risulterà molto tenera. Se necessario bagnamo con un po' di brodo per portare avanti la cottura. Mezz'ora prima che la cottura sia terminata aggiungiamo lo zucchero di canna e l'aceto ed eventualmente anche la senape.
Mentre la carne cuoce lessiamo 2 patate e lasciamo appassire in una padella con l'olio le carote tagliate a cubetti e il porro a rondelle. Quando le patate sono pronte le schiacciamo, ancora bollenti, con l'attrezzo apposito, vi mescoliamo il burro, sale e pepe e le amalgamiamo alle verdure in padella. Le possiamo servire come un purè o facciamo delle quenelles aiutandoci con due cucchiai.

Note
 - Sia la ricetta della Carbonnade che la ricetta dello Stoemp risultano un po' alleggerite rispetto agli originali. In entrambe ho diminuito il quantitativo di burro a favore di una parte di olio. Lo stoemp può essere arricchito ulteriormente con panna e pancetta: la panna si aggiunge alle patate schiacciate, la pancetta si rosola in padella con le verdure.
 - Uso spessissimo la birra in cucina, non solo nella cottura di carni varie, ma anche per il pesce, per gli impasti o per le pastelle. In questo caso mi piace usare una birra belga.

Con questa ricetta partecipo al contest di Valentina



sabato 12 novembre 2011

Una ricettina...del cavolo!


Ma con un titolo del genere, cosa posso aggiungere?

Cavolo rosso stufato
Dosi per due persone

Ingredienti
1/2 cavolo rosso
20 g di burro
2 cucchiai d'olio
1 cipolla affettata
2 mele
2 cucchiai di aceto di mele
1 cucchiaio di zucchero
1 e 1/2 cucchiai di farina
sale e pepe



Procedimento
Tagliare il cavolo in listarelle sottili, dopo aver eliminato il torsolo. Immergerlo pochi minuti in acqua bollente salata. Far riprendere bollore all'acqua e scolare. 
Nel frattempo, in una casseruola che vada anche in forno, facciamo appassire la cipolla con l'olio a fiamma bassissima, fino a quando risulterà trasparente.
Sbucciare le mele, le affettiamo sottilmente e le aggiungiamo alla cipolla. Lasciamo sul fornello per alcuni minuti. Ora prendiamo la casseruola e vi disponiamo a strati il cavolo rosso alternato con le cipolle e le mele. Divideremo tra gli strati zucchero e aceto. Aggiungeremo qualche cucchiaio d'acqua ed andremo avanti così fino ad esaurimento degli ingredienti. Copriamo con un foglio di alluminio. Se la casseruola ha il coperchio lo metteremo sopra all'alluminio.
Inforniamo alla temperatura di 170° e lasciamo stufare anche per 1ora e 1/2: il cavolo deve essere tenero. Ora ammorbidiamo il burro in una ciotola e vi incorporiamo la farina. Prendiamo la casseruola, spostiamo il cavolo su un lato e mettiamo un po' di composto sul fondo per farlo amalgamare ai succhi ricacciati dalla verdura. Faremo lo stesso sull'altro lato, in modo tale da non disperdere i sapori.
Eventualmente aggiustiamo di sale e pepe. Il sapore deve risultare agrodolce, quindi anche zucchero e aceto devono essere regolati a piacimento.

Note
 - Contrariamente a quanto potrebbe lasciar intendere il titolo del post, questa ricetta a noi è piaciuta tanto e l'abbiamo mangiata abbinata a delle scaloppine di maiale.
E' liberamente tratta da un ricettario di "Le cordon bleu", quindi è francese. Io ho raddoppiato il quantitativo di tutti gli ingredienti in rapporto al cavolo, perchè non mi sembrava avere un gusto abbastanza deciso. Però, come dice la ricetta stessa, l'agro-dolce va regolato molto in base ai gusti personali.
 - E' davvero fantastica l'idea di far riassorbire i liquidi dove si concentra il sapore attraverso un "legante" costituito da un po' di burro con la farina, che crea un velo cremoso attorno alla verdura. Potete anche sostituire l'olio che serve per far appassire la cipolla con 20 g di burro, per accentuare le caratteristiche nordiche già spiccate di questo piatto.
  - Dopo essere stato sbollentato il cavolo avrà un colore tendente al blu, tornerà sulle tonalità del rosso con l'aggiunta dell'aceto. Certo, i tempi di cottura sono un po' lunghi, è necessario non aver fretta...ma si tratta di uno stufato e quando l'ho mangiato ho pensato che ne fosse valsa la pena.

giovedì 10 novembre 2011

Pappardelle di castagne con ragù speziato


Ci sono due cose che reputo rilassanti in assoluto: passeggiare in campagna ed impastare.
Impastare cosa?
Mah! ...qualsiasi impasto va bene!
Da quando ho scoperto che più si sbatte la pasta per la pizza sul tavolo e più i risultati sono soddisfacenti, abbino l'utile al dilettevole: scarico la tensione e mangio un'ottima pizza.
Ma anche la pasta fatta in casa è terapeutica...volete mettere fare la sfoglia col matterello...operazione tonificante e sicuramente meno noiosa di una seduta in palestra. E soprattutto, con un ritorno non da poco: un piatto di pasta fresca fatta in casa.
Si, in effetti non mi piace andare in palestra, mi stanca e mi annoia. Per un periodo ci ho provato, anche con impegno, serio e costante, ma per me equivale ad una tortura. E siccome fondamentalmente mi voglio bene, ho scelto razionalmente di non torturarmi.
E me le sono raccontate tutte per giustificare questa presa di posizione...anche che mangiare pasta fatta in casa sia tonificante appunto!


Ancora farina di castagne.
Dopo il pane di castagne e noci che vi avevo proposto abbinato alla zuppa, oggi pappardelle, con un ragù bianco, o meglio giallo, vista la presenza dello zafferano combinato con altri "profumi".
Mi sono interrogata a lungo sull'opportunità di scegliere carne di vitello per questo ragù. Ammetto che  la farina di castagne  la vedo molto bene abbinata ad una carne di maiale o comunque ad una carne più "selvatica". Ma alla fine ho scelto di cucinare quello che preferisco mangiare"in pratica" e non quello che ci vedrei bene "in teoria". Non so se mi spiego...!


Pappardelle di castagne con ragù speziato
Dosi per 2 persone

Ingredienti

Per la pasta
180 g di semola di grano duro
20 g di farina di castagne
2 uova
1 cucchiaio di olio
1 pizzico di sale

Per il ragù
200 g di macinato di vitello
1 carotina
1/2 cipolla
1/2 costa di sedano
1 spicchietto d'aglio
1 rametto di rosmarino
3 cucchiai di olio d'oliva
sale
1/2 bicchiere di vino bianco
1 bustina di zafferano
1 chiodo di garofano
1 pizzico di pepe
1 pizzico di noce moscata
1 pizzico di cannella

Procedimento
Prepariamo la pasta impastando sul piano da lavoro le farine con le uova, il sale e l'olio. Lavoriamo bene. Quando avremo un impasto ben amalgamato e sodo  lo riporremo tra due piatti e lo lasceremo riposare per una trentina di minuti. 
Nel frattempo prepariamo il ragù: tritiamo molto finemente aglio, qualche ago di rosmarino, cipolla, sedano e carota. Li mettiamo ad appassire in un tegame con 2 dei cucchiai d'olio a fiamma bassissima. Quando risulteranno leggermente ammorbidite uniamo la carne macinata, la sgraniamo benne e la facciamo colorire. Saliamo, pepiamo e mettiamo il chiodino di garofano. Sfumiamo con il vino e lasciamo evaporare. Aggiungiamo un pizzico di cannella e noce moscata appena macinata. Ammorbidiamo il ragù con dell'acqua bollente (o, se preferite, del brodo) e lasciamo cuocere lentamente.
Nel frattempo riprendiamo la pasta, la stendiamo col matterello e ricaviamo le papardelle della larghezza che preferiamo.
Le lasciamo asciugare un po' sulla tavola. 
La carne del ragù mi piace molto morbida, quindi l'ho lasciata sulla fiamma, sempre ben umida, per più di un'ora, dopo che il vino è evaporato. 
Quando anche il ragù risulterà pronto aggiungiamo lo zafferano diluito in un mestolino di acqua bollente, lessiamo per pochi minuti le papardelle e condiamo. Irroriamo il piatto con il cucchiaio di olio rimasto.
Servire a parte del formaggio Parmigiano grattugiato.

Note
 - Può sembrare strano detto da una che vi sta proponendo un ragù speziato....ma io in generale non amo particolarmente la cucina molto aromatica.  Questo ragù è giocato sull'equilibrio delle spezie opportunamente dosate, senza eccessi, perchè ci sia la semplice percezione di ciascuna di esse E' chiaro che si può abbondare in caso di gusti contrari!
 - L'accostamento di un ragù arricchito con le spezie ad una pasta che  presenta una  percentuale di farina di castagne l'ho sperimentato in questa circostanza e mi è piaciuto molto. 

Con questa ricetta partecipo al contest:


E inoltre

mercoledì 9 novembre 2011

Calice di crema con mousse al cioccolato e salsa alla melagrana


Vi è mai capitato di dover fotografare un calice di 22 cm di altezza?
Vi assicuro che per le discutibili capacità fotografiche della sottoscritta è risultata essere una vera impresa!
Perchè poi incaponirsi sul calice e non ripiegare su un più gestibile "old-fashioned", il classico bicchiere largo e basso che si usa per le bevande accompagnate da tanto ghiaccio, o una banale coppetta?
Non lo so!
Fatto sta che mi sono ripromessa che questa è stata la prima ed ultima volta....perchè non sai da dove prenderlo, nell'obiettivo finiscono tante cose che non c'entrano niente, devi allestire un set fotografico di un certo impegno. E considerando che era sera e giravamo di stanza in stanza col calice in mano per cogliere un po' di luce, voi capite che i miei nervi sono stati messi a dura prova. E ancor più quelli di mio marito che bramava di mangiare il suo dessert.
Per la cronaca, avevo già preparato questo dolce alcune sere prima e lui era incerto se mangiarlo o no: diceva che non sapeva se gli andava.
L'indecisione è durata poco, ma gli è costata cara. Quando, ormai risoluto, è venuto in cucina per accaparrarselo se lo era già pappato mio padre che passava di lì!
Quindi capite bene che queste foto (che non volevano saperne di venire decenti!) stavano diventando un vero tormento.
Morale della favola: il calice con il suo bel contenuto ha vagato talmente tanto di stanza in stanza che ad un certo punto la mousse ha cominciato a cedere, doveva apparire un po' più "sostenuta", una piccola quenelle.
Ma che ci volete fare...è andata così!


Mi sono letteralmente innamorata di questa salsa al melograno! Già il colore è spettacolare, ma poi buona ...versatile. Ho deciso che la utilizzerò ovunque mi sarà possibile (anche sulla carne e sul formaggio!). Almeno fino a quando ci saranno in giro questi frutti bellissimi che a me sono stati regalati da un'amica, appena colti dall'albero. Poi, quando avrò un po' di tempo, devo riflettere sulle possibili modalità di conservazione, ma credo che avendo al suo interno zucchero e limone non dovrebbero esserci problemi!

Calice di crema con mousse al cioccolato e salsa al melograno
Ingredienti per 2 persone

Crema 
2 tuorli
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di maizena
250 g di latte
un po' di buccia di limone

Teniamo da parte i bianchi delle uova che ci serviranno per la mousse.
In un tegame mescoliamo i tuorli con lo zucchero, montandoli leggermente. Aggiungiamo la maizena, mescoliamo e diluiamo gradualmente con il latte. Poniamo su un fornello a fiamma bassa. Mescoliamo continuamente fino a quando la crema risulterà densa. Lasciamo raffreddare.


Mousse al cioccolato
60 g di cioccolato fondente
un cucchiaio da tè di zucchero a velo
1 noce di burro
due albumi montati a neve

Mettiamo in un piatto il cioccolato e lo lasciamo fondere a bagnomaria. Una volta fuso aggiungiamo una noce di burro. Lo togliamo dal fuoco e incorporiamo lo zucchero a velo. Lasciamo intiepidire un po' e aggiungiamo gli albumi montati a neve. Io dal quantitativo ho tolto un paio di cucchiai, voi regolatevi anche in base alla grandeza delle uova. Mettiamo la mousse in un contenitore a raffreddare in frigo per un paio di ore.


Salsa alla melagrana
1 melagrana non molto grande
25 g di zucchero di canna
il succo di 1/2 limone
1 cucchiaino di maizena

Facciamo sciogliere lo zucchero con  25 g di acqua. Lo lasciamo sulla fiamma moderata fino a che prende consistenza sciropposa. Aggiungiamo il succo del limone filtrato e lasciamo sul fuoco ancora qualche minuto. Sciogliere la maizena in un fondo di tazzina di acqua fredda e aggiungerla alla salsa. Lasciare rapprendere qualche minuto. Infine versiamo il succo della melagrana che io ho realizzato centrifugando i chicchi, tranne qualcuno per la decorazione. Se non avete la centrifuga potete servirvi dello schiacciapatate o di qualsiasi altro attrezzo che vi sembri congeniale a quest'uso. Togliamo subito dal fuoco e lasciamo raffreddare.
A questo punto assembliamo il dessert versando la crema nel calice, sopra poniamo una quenelle di mousse. Infine qualche chicco di melagrana e la salsa preparata.

Note
 - Questo dolce al cucchiaio può essere rimodulato in vari modi: la crema pasticcera può essere sostituita da una crema di ricotta o mascarpone, per esempio. 
- Anche la salsa può essere variata, sostituendo il limone con l'arancia, che si addice di più al cioccolato, ma che io non avevo. Anche un liquore o un vino dolce possono aromatizzarla egregiamente.
 - Di solito si aggiunge alla mousse anche il tuorlo d'uovo, io ho preferito utilizzare solo gli albumi avanzati dalla crema. Ne è risultata una mousse più leggera, comunque buona.

Con questa ricetta partecipo al contest delle due simpatiche amiche Stefania ed Artù